venerdì 9 gennaio 2009

il bianco, il nero #2



Non incontro nessuno. Col cadere della sera compaiono i primi vaghi filamenti di caligine. Il vapore acqueo si condensa nell'aria che si va rinfrescando: l'intera pianura viene avvolta in una fitta nebbia sempre più cupa. Se ne va un altro giorno e come al solito, non finisce con il sorriso. La strada muta e bagnata dalla guazza ha un aspetto ramato, sfuma nell'arancio marcio dei lampioni al fosforo. Nelle tasche dei calzoni troppo larghi, le chiavi, le sigarette, l'accendino, gli spiccioli, risuonano come maracas, seguendo il tempo di una strana ballerina di flamenco improvvisata, spettinata, rossa in faccia ed incazzata, che mi si agita accanto.
Prima di arrivare all'albergo delle puttane entro in un bar. C'è gente abbandonata. Mi giro e mi rigiro di fronte agli occhi spenti dei futili clienti in silenzio tra di loro, immobili ai tavoli, pagine di gazzetta rosa sparpagliata. Mi volto verso la porta d'ingresso per carpire le luci rosse di un'auto fantasma che si allontana là dove dovrebbe esserci la strada. Inciampo di nuovo in un recente pensiero e non sorrido ancora di piu'. Passo una mano tra i capelli rasati e, non so come, mi dimentico di me ma non di lei.
«Io non sogno»
«Come non sogni? Tutti sognano»
«Io non sogno, ti dico»
«Non è che non sogni. Non ti ricordi i sogni che fai»
«No. Io non sogno mai»
«Non devi passare una mano sui capelli appena ti svegli: è come passare una cimosa sulla lavagna», un giorno o l'altro ci dovrò far caso ai primi gesti del risveglio, ma quando mai mi sono svegliato con un sogno in testa? I miei pensieri del mattino fanno sempre il solito rumore, è come una specie di tarlo che gratta, gratta e digerisce nel silenzio. Il mio silenzio. Il suo silenzio.
Ci sono silenzi più bianchi del bianco, ci sono anche rumori rosa, almeno qualcuno lo dice. Ci sono giorni silenziosi e neri come la notte e notti bianche e rumorose rosa all'albergo delle puttane. Ho preso una camera là, perchè lei non ci venisse. Lei mi deprime, ma non riesco ancora a starle lontano. La cura del silenzio cui mi sto sottoponendo durante il giorno passato al suo fianco e gli happenings che mi traboccano dal corpo nelle camera disadorna con le donne tutte uguali, hanno il sapore dell'Ultimo Inverno, il più gelido.
Quindi qualcuno mi dica che la vita è un brutto sogno, cosi' posso andarmene a dormire da qualche altra parte. Io non sogno mai.

6 commenti:

  1. io invece sogno continuamente.

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  2. Franco, ho guardato le tue foto. Tu fumi troppo!!!

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  3. ...forse lo e'. E' sogno che poi svanisce al risveglio. Non lo siamo forse tutti? Un ricordo che scompare...

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  4. sbaglio o avevo detto : è ora di cambiare albergo?

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  5. E' bellissimo ritrovarti...

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  6. jodorowskj diceva che i sogni possono diventare come vogliamo... forse anche questo... stanotte arrancavo su montagne di gelato caldo dolcissimo e appicicoso... mi sa che il tuo post su libero è entrato nel mio di sogno... ciao

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