martedì 28 novembre 2006

sex per Roma





Il sesso può essere una strada per arrivare a Roma? Questa è una domanda che può far sorridere, vero? Ma ad un adolescente no, vedi che a volte può fargli paura, parlare di sesso.
Per me il sesso è una cosa estremamente complessa, ma che deve essere vissuto nel modo più semplice possibile e con naturalezza. Insomma non farlo passare per qualcosa di troppo e di più.
Il più delle volte il sesso non è che un passatempo naif che serve a far passare il tempo nell’attesa di arrivare a Roma. I maschi seduttori che si comportano come conigli, i film porno..tutto questo, è proprio molto risibile. Basta pensarci un attimo su per rendersi conto che si è smarrita la strada. Queste ragazze senza paura che allargano le loro cosce credendo di fare esattamente cosa ci si aspetta da esse, queste emozioni tradite e violate..questo ne ha distrutte più d’una.
Anche il sesso è una specie di esercizio per imparare a stare al mondo e trovare quella strada. Tieni qualcuno per la mano, o anche di più che per la mano, lo tieni proprio per la radice stessa del piacere più forte, quello che fa dimenticare anche chi sei. Ciò che si apprende facendo l’amore, le emozioni e i messaggi che l’amore suggerisce e secerne dalla mente e dai corpi può dare delle ottime indicazioni per trovare una delle strade per Roma. Chiaro che bisogna essere svegli per ascoltare queste informazioni, ci vuole passione e intraprendenza, curiosità e tanta voglia di gioco e d’allegria. Bisogna farle venire in superficie e che s’accendano da sole e lasciare che brillino in sé, come i pensieri di uno che sta in meditazione. Bisogna farsene un po’ drogare.
Ci sono delle specie di demoni del piacere che ci spingono a fare certe cose, e a scegliere certi cammini. Non è che questi demoni siano sempre nostri amici, vanno provati prima di chiamarli tali. E ci vuole parecchio tempo per imparare a fare l’amore bene.
La difficoltà è arrivare all’unisono a due, ma tutte le cose difficili nascondono dei vantaggi.
Il vantaggio nell’amore è che l’uno aiuta l’altro per raggiungere quello scopo, e questo secondo me è un bell’ avvantaggiarsi anche in altre cose della vita. Con il tempo e con l’amore là si arriva e ci si arriva anche benissimo. Siamo a Roma, in quel caso, è bene che lo si sappia e lo so dica, non vi pare?
L’orgasmo è una strada per Roma, dunque?
Certo che lo è, nessuno lo metterà mai in dubbio. Ma due vecchietti che si tengono per mano camminando ai ‘giardinetti’ sono di sicuro più vicini a Roma di due giovani arrapati che collezionano orgasmi su orgasmi.
Intanto sono arrivato al palazzo della donna che ha gettato un incantesimo su di me, uno di quegli incantesimi che le donne senza volere ogni tanto si fanno scappare senza nemmeno che se ne rendano conto. Sapete bene di cosa io parli,no? Ci siamo passati tutti credo. E’ come una specie di vocina che ti chiama e non ci sono funi che ti tengono legato all’albero maestro. Segui quella voce di sirena senza pensare alle conseguenze dei tuoi passi che ti avvicinano sempre più a quel suono magico. Che sia magia è fuor di dubbio, come potrebbe essere altrimenti? Non c’è niente di ragionevole in quel che fai, tutto nasce da qualche parte dentro di te che sfugge al tuo controllo, anche se sei convinto di avere in mano la situazione. Insomma, sono là e la porta d’ingresso è spalancata, perciò non mi do' pena a bussare ed entro senza tanti complimenti. Non è poi un palazzo tanto grande, in fondo. E’ grande suppergiù come casa mia, anzi me la ricorda un po’, a parte i mobili che sembrano intagliati nella materia dei sogni, quelli luminosi e biancoazzurro, con le nuvolette e tutto il resto.
La donna che mi ha gettato l’incantesimo tiene la casa meticolosamente in ordine e pulita, molto di più della mia, si vede che i miei sogni hanno qualche angolo scuro e nascosto che non mi ricordo mai di pulire. Comunque scopro che in ogni stanza c’è lei e non so proprio come fa ad essere dappertutto. La chiamo per mettere insieme i pezzi di questo rompicapo e lei si volta e mi guarda. Il rompicapo mi cade di mano e va in mille pezzi.
Mi sento sorpreso e sollevato allo stesso tempo. Ci inginocchiamo insieme per raccogliere i frammenti. Alcuni di essi sono caduti sotto il tavolo, che è azzurro. Anche i pezzi sono azzurri, ed anche lei ha un abitino azzurro ed il motivo per cui non l’ho visto subito appena entrato in quella stanza è che anche le pareti ed il pavimento sono azzurri. Un paio di gatti bianchi morbidi e dagli occhi azzurri mi si strofinano addosso.
- Come mai ci hai messo così tanto? – lei mi chiede – e dove cavolo hai rimediato il mio indirizzo?-
- Se mi dai un bacio te lo dico, ma mi devi aiutare a mettere insieme anche questo rompicapo. – le rispondo.
- Se mi dai un bacio - continua lei - rimetterai insieme l’incantesimo, che quello era il rompicapo - - Allora non ho scelta, mi par di capire. Se l’incantesimo si è rotto perché non me ne voglio andare di qui? Sono libero,no? –
- Certo che sei libero, adesso – .
Questo era il modo di rompere l’incantesimo. Se riesco a rimetterlo insieme ne sarò ancora soggiogato. Ma questo modo è più facile, senza contare che è molto più divertente.
- Ti va di baciarmi? - Le guardo le labbra e cerco di ricordarmi l’ultimo bacio che mi è piaciuto tanto, ma niente mi viene alla mente.
– Sarà bene che ti decida in fretta a farlo –.
Lei mi sorride come se fossi proprio la persona che aveva sperato di trovare.

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